Progetto Internazionale Papa Alessandro IV

Scavi archeologici delle parti più interessanti rilevate con lo studio geofisico nel Duomo e nella zona circostante. (3º Fase)

 

    Nella terza fase si avvieranno scavi archeologici, sulla base dei risultati degli studi eseguiti nelle fasi precedenti, studiando un piano programmatico d’intervento archeologico su alcune aree ”mirate” sia all’interno della Cattedrale che all’esterno, con gli obiettivi di ritrovare la salma di Papa Alessandro IV e le strutture archeologiche d’interesse, sottostanti la Cattedrale e altre aree del Colle del Duomo.

 

    Gli scavi archeologici saranno effettuati in sequenza temporale tenendo in particolare conto l’eventuale intervento di consolidamento degli edifici che dovessero, alla luce degli studi eseguiti, presentare condizioni di potenziale instabilità; pertanto oltre agli scavi come sopra programmati si intende eseguire anche scavo/scavi archeologici nelle aree interessate dagli interventi di consolidamento.


    I lavori di scavo nella Cattedrale di San Lorenzo comporteranno un programma di restauro conservativo e presentazione estetica del pavimento lapideo alessandrino del Duomo, molto deteriorato. Si prevede che per la sua conservazione sia oggetto di due tipi di interventi: il primo riguardante le operazioni di restauro conservativo della superficie pavimentale ed il secondo concernente alle operazioni di distacco, restauro e posa in opera del medesimo, da eseguire in porzioni localizzate al fine di permettere le operazioni di scavo archeologico.

Prima dello svolgimento degli scavi archeologici e dell’acceso alle cavità artificiali non raggiungibili, in fase di programmazione dei lavori si applicherà una tecnologia di analisi tecno-geologica, applicata all’archeologia, che prevede la ricognizione degli oggetti di indagine attraverso l’utilizzo di tecniche quali “carotaggi, endoscopie (con camera a fibre otiche) ed endoscopie (con camera a fibre otiche) guidate dal georadar”.

 

    Gli obiettivi che ci si prefiggono sono:

 

1. Precisare i livelli litostratigrafici e la profondità degli stessi con particolare riferimento a quelli di origine vulcanica;
2. Verificare all’interno delle cavità l’eventuale “riempimento” determinandone le origini cioè dovuto a crolli o a sverzamento di materiali di risulta da parte dell’uomo, ma anche individuandone le caratteristiche (materiali tossici, ecc.);
3. Analizzare l’esistenza d’infiltrazioni di acque sotterrane o piovane;
4. Individuare la possibile esistenza di gas tossici;
5. Valutare la facilità o difficoltà di percorrere i diversi ambienti;
6. Individuare la presenza di reperti archeologici, sepolcri, bare, cadaveri, ecc;
7. Capire lo stato di consolidamento delle cavità e il possibile sfaldamento delle volte scavate nella roccia di origine vulcanica o di altra origine;
8. Realizzare un’analisi primaria, secondo i dati ottenuti attraverso le endoscopie, degli spazi sotterranei, che presentano un maggiore interesse di scavo, e che possano essere rilevati come prime zone d’intervento archeologico.


    Tanto le strutture come i reperti archeologici riportati alla luce saranno studiati attraverso le metodologie di analisi archeologiche classiche.

 

    Nel caso delle strutture murarie e delle cavità artificiali, si elaboreranno rilievi e mappe in formato digitale (AUTO-CAD) e in 3d (3D Studio). Saranno georeferenziate, riprese fotograficamente e filmate. Si avvieranno studi pertinenti all’interpretazione delle strutture stesse, alle datazioni, alle descrizioni delle tecniche costruttive, alle possibili fasi costruttive, ecc. A proposito dello stato di conservazione si valuterà e si avvierà il più adeguato metodo di restauro conservativo nella condizione di strutture o cavità che verrebbero “esposte” al pubblico; nel caso si valutasse la nuova “sepoltura” dei manufatti si procederà a loro consolidamento proteggendoli opportunamente.


    I manufatti “mobili”, saranno catalogati adeguatamente, secondo la tipologia del materiale con il quale sono stati realizzati, ceramica, legno, metallo, ecc. Saranno classificati tipologicamente, disegnati manualmente e in formato digitale. Si procederà alle analisi pertinenti le datazioni, a studi archeometrici, a identificare i processi di produzione, a verificare la provenienza dei manufatti e dei materiali costitutivi, ecc.

Con i resti ossei, si procederà all’analisi antropologica tradizionale. Il progetto prevede, già nella seconda fase, l’apertura delle tombe e degli ossari situati sul livello di calpestio della Cattedrale, con possibile ritrovamenti di cadaveri. Per questi resti, si prevede uno studio antropologico basato su un esame visivo dal quale si potranno avere informazioni antropometriche, sul sesso, l’età e su alcune possibili malattie. Per la datazione si prevede la realizzazione di analisi Carbonio 14.


    Sia nella condizione del ritrovamento dei resti “certi” della salma di Papa Alessandro IV (possibile iscrizione, corredo funebre ecc.) che nel ritrovamento di resti riferibili potenzialmente al Pontefice, si prevede la realizzazione di una serie di analisi antropologiche dettagliate sia attraverso l’esame visivo sia l’esame approfondito. L’esame visivo valuterà l’antropometria, l’età e le possibile malattie o fratture che lasciano tracce nelle ossa. L’esame approfondito, basato sulla datazione dei resti attraverso l’analisi Carbonio 14, sarà completato con l’analisi del DNA, che sarà confrontato con il DNA dei resti di alcuni familiari di Alessandro IV, famiglia, Conti di Segni, come Innocenzo III e Gregorio IX, papi vissuti nel secolo XIII; o con i resti di Innocenzo XIII papa nel XVIII secolo. In più si possono fare analisi a livello chimico, per capire anche le cause della sua morte.

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